Riflettevo: se e’ vero che i soldi non si trovano per strada e che i polli ci sono per essere spennati, persone piu intelligenti dovrebbero in genere essere piu ricche (o piu soddisfatte in qualche modo) di persone meno intelligenti. Ora, se cosi fosse, le distribuzioni (si parla di statistica) dell’intelligenza degli individui di una popolazione e della ricchezza degli individui della stessa organizzazione dovrebbero essere simili. E invece la prima e’ notoriamente una distribuzione Gaussiana [1-2], mentre la seconda e’ una distribuzione Paretiana [3]. La risposta piu diretta a questa osservazione e’ che la ricchezza (o i redditi) dipende anche dalle condizioni sociali degli individui e dal loro ambiente, dai loro contatti etc… cosicche’ il figlio di un avvocato, puo semplicemente iscriversi a legge e ereditare lo studio con parte dei clienti dal padre anche se non e’ particolarmente intelligente e non si impegna, mentre il filgio del macellaio puo anche iscriversi a legge, ma finira’ a lavorare nello studio del figlio dell’avvocato. Questo e’ sicuramente vero, e e’ per questo che servono tasse di successione e che non mi sono iscritto a legge nonostante mio padre fosse avvocato.Ma nonostante cio, a causa delle due massime citate all’inizio dell’articolo, credo che l’intelligenza dovrebbe essere presente da qualche parte, almeno nella capacita’ di un individuo di variare (in meglio o in peggio) la sua condizione economica (o la sua soddisfazione se si vogliono considerare anche altri parametri).
in ogni caso, la mia riflessione era principalmente sui metodi usati per misurare l’intelligenza: si basano spesso su medie di parametri misurati, mentre a mio avviso le capacita’ intellettive di un individuo sarebbero meglio rappresentate dal prodotto dei valori delle capacita’ intellettive. Mi spiego meglio con un esempio. Caratterizziamo le capacita’ intellettive di un individuo in funzione di due soli parametri: Conoscenza e Comunicazione. Immaginiamo che questi due parametri possano assumere valori da 0 a 1 (0 = deficiente / analfabeta, 1 = genio / attore), e immaginiamo di prendere due individui, Gianni e Roberto.
Chiaramente i valori delle capacita’ intellettive di Gianni e Roberto sono noti : Gianni ha Conoscenza = 0.45 e Comunicazione = 0.55, mentre Roberto ha Conoscenza = 0.55 e Comunicazione = 0.65. Questi valori, e le loro medie e prodotti sono riportati sotto.
Nome Conoscenza Comunicazione Media Prodotto
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
Gianni 0.45 0.55 0.5 0.25
Roberto 0.55 0.65 0.6 0.36
Ora, mentre se si misura la capacita’ intellettiva totale come la media delle sue componenti, Roberto e’ piu sveglio di Gianni del 20%. Ma se si misura come prodotto, allora Roberto e’ piu sveglio di Gianni del 44%. Ma perche’ il prodotto sarebbe una misura migliore della capacita’ intellettiva, e che conseguenze ha questo? Rispondiamo con ordine:
L’idea di base e’ che l’individuo riesce a trasmettere solo le conoscenze che ha, e quello che trasmette e’ ulteriormente limitato dalla sua capacita’ di espressione, come nell’esempio in Figura 1.
L’idea di base e’ che l’individuo riesce a trasmettere solo le conoscenze che ha, e quello che trasmette e’ ulteriormente limitato dalla sua capacita’ di espressione, come nell’esempio in Figura 1.
Figura 1 |
Quali sono le conseguenze? Che prendendo un campione piu alto di individui (100.000 per esempio) e assegnando casualmente valori dei due parametri, si osserva che (in Figura 2), nel caso della media, si ha una distribuzione a campana, mentre nel caso del prodotto, (chiaramente visto che si moltiplicano termini comresi tra 0 e 1) uno sposamento verso il basso della moda, e una distribuzione non piu normale delle frequenze.
Figura 2 |
A questo punto ci siamo quasi: ipotizzando un po’ piu di parametri per caratterizzare le capacita’ intellettive, si puo avere una distribuzione molto piu simile a una curva di Pareto, dalla quale si puo partire per poter considerare l’effetto dell’ambiente in cui l’individuo vive nel caratterizzarne i ricavi economici e le altre soddisfazioni.
La simulazione descritta precedentemente e illustrata nel grafico 2, puo venire ripetuta considerando le seguenti capacita’ intellettive (liberamente tratte da [4], ma sono qui solo a titolo di esempio, quello che prima chiamavo “conoscenza” per esempio dovrebbe stare in “attenzione e memoria” in questa lista):
- Capacita’ di intuizione
- Capacita’ di attenzione, memoria e ragionamento
- Capacita’ di analisi e sintesi
- Capacita’ di comunicazione
Ora, ripeto, con questo non voglio dire assolutamente che chi e’ piu abbiente lo e’ perche’ piu intelligente, perche’ l’ambiente e la ricchezza della famiglia sono sicuramente altrettanto importanti nel determinare il reddito di un individuo, cosi come lo e’ il caso. Oltretutto la ricchezza e’ semplicemente piu facilmente misurabile di altre forme di soddisfazione, e ho usato questo parametro perche’ ampiamente misurato e discusso. Quello che sostengo e’ che, le maggiori capacita’ di un individuo si traducono in una sua migliore capacita’ di reagire agli imprevisti (negativi o positivi) e in genere alle situazioni a cui si trova davanti e che questo, a lungo andare, si traduce in un suo migliore benessere, anche economico.
Questo, si riscontra anche in una simile distribuzione delle capacita’ intellettive e dei redditi, qualora le capacita’ intellettive globali di un’individuo vengano misurate come il prodotto di singole componenti. E qualora ovviamente si trovi una corelazione sperimentale tra maggiori capacita’intellettive e redditi/ricchezze.Questo si basa su una serie di ipotesi semplificative che potrebbero essere migliorate, e manca di una prova pratica (magari da qualche parte esiste qualche ricerca del genere, anzi,molto probabilmente).
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