Libri, top n

La top ten (ok, quanti sono, sono) dei libri piu interessanti che ho letto.


Jared Diamond, "Armi, acciaio e malattie"
Perché alcuni popoli sono piú ricchi di altri? Perché gli europei hanno conquistato buona parte del mondo? Le diversità culturali non sono innate, ma affondano le loro radici in diversità geografiche, ecologiche e territoriali sostanzialmente legate al caso.
Recenzioni da google: "Un libro fondamentale. Assolutamente da leggere.", "Il saggio più interessante che possiate leggere nella vostra vita"


Karl von Clausewitz, "Della guerra"
Pubblicato nel 1832, ancor oggi considerato uno dei più grandi trattati di strategia militare mai scritti mostra una sistematicità e una profondità di pensiero che lo rendono attuale anche a distanza di due secoli. Attraverso una logica tipicamente hegeliana, per primo Clausewitz inquadra correttamente l'essenza della guerra come un confronto fra due volontà, annullando il confine che fino ad allora veniva tracciato fra politica e guerra e coniando il famoso detto La guerra è la continuazione della politica con altri mezzi. Identifica altresì i vari tipi di conflitto e caratterizza la guerra difensiva come alternanza fra attacco e attesa; mette in evidenza l'importanza di una logistica adeguata e di linee di rifornimento protette. Sebbene ormai superato da tempo dai trattati militari moderni, i principi teorici generali del Della Guerra sono tuttora riconosciuti validi.

Tuiavii di Tiavea, Erich Scheurmann, "Papalagi"
Per papalagi si intende l'uomo bianco, nella lingua samoana.Il libro contiene i discorsi tenuti al proprio popolo da un saggio capo polinesiano, Tuiavii di Tiavea, al suo ritorno da un viaggio nel vecchio continente. Il libro tende ad essere visto al presente come una contraffazione letteraria (una variazione sul tema del "buon selvaggio") ad opera del presunto traduttore Erich Scheurmann.Tuiavii, venendo a contatto con gli usi e costumi del papalagi, se ne allontanò subito sbigottito, se non raccapricciato, e una volta in patria, tentò di mettere in guardia il suo popolo dal fascino perverso dell'Occidente.

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